domenica 27 gennaio 2013

Architettura Medievale 3- La città



La città medievale è un rifugio per i contadini, una residenza per il feudatario, un luogo di scambi fra commercianti provenienti da fuori le mura. Perciò spesso preferisce i luoghi più impervi e difendibili: le città dell’entroterra si trovano in cima ai colli (esempio: Todi), quelle sulla costa su baie e porti naturali (esempio: Genova). È circondata da mura che la stringono il più possibile; dato il costo di queste opere, si aspetta di costruire in ogni centimetro prima di allargarle.
Ci sono città derivate dagli accampamenti romani, come Bologna e Firenze, e città fondate dopo la caduta dell’impero, come Venezia e Siena. Nelle prime si nota un nucleo centrale fatto di vie tutte perpendicolari fra loro, che, nei secoli, viene stravolto in vario modo; nelle seconde, invece, le vie seguono la forma del territorio, utilizzano al massimo ciò che le curve, le pendenze e i ripari del luogo hanno già.



Con l’avvento dei primi Comuni, la città diventa il luogo del popolo, e non più il luogo del vassallo del re. Urgono nuove piazze, nuove chiese, nuovi palazzi che ospitino l’assemblea; e bisogna inserire tutto questo in una struttura sovraffollata di edifici e costretta ad aumentare i piani delle case per ospitare altre persone. Come si fa? Con i particolari. I palazzi dei Comuni (“della Ragione”), per esempio, lasciano il piano terra come un grande portico percorribile da parte a parte (il “broletto”, come a Bergamo) e riescono perciò a guadagnare molto più spazio. Le chiese non sorgono ai lati della piazza, ma la tagliano così da creare due piazze. 



La bellezza non viene esclusa dalla funzionalità, però. Il lavoro sui particolari della città crea un modo di percorrerla diverso. I monumenti non sono su un podio, non hanno una sola facciata, ma sono visibili da mille scorci diversi e bisogna camminare e spostare lo sguardo per comprenderli. Il vicolo entra all’improvviso nella piazza; i portici portano lo sguardo a seguirli lungo le curve. A ogni angolo le case sono diverse, perché sono in luoghi diversi e devono stare in limiti diversi.
Qui sta la bellezza dei nostri centri storici: nel non calcolato effetto di avere sempre davanti un diverso particolare della stessa cosa. (Continua…)



Le Chemin de Croix de Jean Guitton


martedì 15 gennaio 2013

Fernando León de Aranoa, Los lunes al sol



All'interno di uno spaesamento e di un disagio evidenti, il film racconta di uomini che cercano pane, pace e lavoro, per sé e per l'amico. Nell'assurdo di una società individualista dove ognuno preferisce starsene per i fatti propri e godersi quel poco che è riuscito a strappare agli altri, l'amicizia e l'unità tra questi uomini è una sfida contro il pessimismo e l'assenteismo di chi non crede più che la libertà sia la conquista quotidiana di ogni cittadino.
Cerchiamo anche oggi la testimonianza di persone e aggregazioni che, come isole di resistenza umana, siano antagoniste a quella tecnocrazia e burocrazia che, per rispondere alle leggi del mercato, ci stanno annientando. Cerchiamo risposte più grandi del contentino del padrone, cerchiamo il volto di chi desidera, anche lui, la verità.

La Redazione



domenica 13 gennaio 2013

Architettura Medievale 2- L’unica regola.



Abbiamo detto che le caratteristiche delle costruzioni medievali sono rifiuti di seguire regole tradizionalmente valide.



Si rifiuta infatti ogni a priori: se un rettangolo non ci entra, lo facciamo storto; se una stanza ha bisogno di una finestra proprio lì, ce la mettiamo anche se all’esterno sembra brutta; ma soprattutto, l’esterno dell’edificio serve a contenere e a tenere in piedi lo spazio creato, e perciò è ad esso subordinato.
Facciamo un esempio. Io ho bisogno di una casa con tre stanze: una grande, una alta, una stretta. Devono essere collegate in un modo preciso, perché vi devo accedere dalla strada, devono essere esposte a sud, eccetera. Allora penso a questi spazi come volumi (cilindri, parallelepipedi, ma anche forme libere), e li compongo fra di loro secondo la necessità; l’esterno è il risultato di questa composizione. Nel Rinascimento, invece, avrei costretto questi volumi a stare in una scatola perfettamente proporzionata e simmetrica, regolarizzando ogni minima misura o apertura.  Le Corbusier ci ha lasciato uno schizzo in cui mette a confronto diversi metodi progettuali, fra cui questi due. Definisce il primo “facile”, e il secondo “molto difficile”.



Perciò, la cosa più importante nel Medioevo è la funzione. Ora, quando pensiamo a costruzioni con uno scopo solo funzionale, pensiamo alle industrie, ai tanti capannoni che si vedono lungo l’autostrada, a qualcosa di brutto e squallido. Quindi, come può questa concezione aver portato ai bellissimi centri storici di Siena, di Venezia, di Palermo, di Bologna? Stessa domanda, ma detta in altro modo: passeggiando per queste città si ha l’impressione che ogni casa, ogni vicolo, sia messo lì per una casuale coincidenza; eppure l’insieme ci pare così bello! Com’è possibile?


(Continua…)