sabato 17 febbraio 2018

Kayabuki (茅葺)


Il tetto di paglia, in giapponese kayabuki, non viene usato soltanto per le case dei contadini, ma anche per templi e palazzi. In effetti, questo materiale così rustico e povero è bellissimo. Come il manto di un animale, la pioggia lo arruffa e ne fa grumi che sgocciolano sulla linea di gronda. 


I tetti raggiungono spessori anche superiori al metro. I fasci di paglia sono fissati, compressi, sovrapposti, pareggiati, rasati. Arrotondano le pieghe del tetto, prendono naturalmente una piccola curva convessa (non concava come nei tipici tetti giapponesi). 
Cambiano colore, accolgono erbacce e parassiti, si macchiano di verde e di umidità.



Sovrapposti a case fatte di una pianta libera, di pilotis e finestre/parete, così simili all'architettura moderna, i preistorici tetti kayabuki non sfigurano. L'architetto Horiguchi Sutemi, fra i pionieri del modernismo giapponese, lo capì per primo, accostando un tetto di paglia a una casa in stile secessionista.


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